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Informativa sul processo di transizione al digitale terrestre

Informativa sul processo di transizione al digitale terrestre

Il 24 settembre è iniziato, come previsto dal decreto Ministeriale del 10 settembre 2008 che stabilisce un calendario progressivo di transizione al digitale per aree regionali o macro regionali, il processo di spegnimento del segnale analogico nelle province del Piemonte Occidentale. Il processo vede complessivamente coinvolti più di 850.000 abbonati RAI, in termini di popolazione quasi i 2/3 delle famiglie residenti.

Come immediato supporto ai cittadini il Ministero dello sviluppo economico ha messo a disposizione un contact center con apposito numero verde. Questa struttura, capace di reggere un traffico di 40.000 chiamate al giorno, ha registrato una punta massima di 9000 chiamate il 7 di ottobre, data del passaggio di Torino e Cuneo, per scendere progressivamente alle 900 del giorno 15; le chiamate hanno riguardato prevalentemente problemi di risintonizzazione del decoder e di copertura del segnale.

La risintonizzazione continua si è resa necessaria a causa delle accensioni progressive dei nuovi impianti, che hanno determinato la continua immissione di nuovi servizi (canali) nell’etere.  Nello stesso periodo i vari numeri e centralini della Regione (anche URP) hanno invece registrato in totale meno di dieci chiamate riconducibili al processo di transizione. I dati RAI non sono disponibili.

Lo spegnimento ha coinvolto circa un centinaio di impianti siti nei territori di montagna; di essi, circa trenta rientrano nell’adeguamento generale operato dalla RAI, sono cioè da considerarsi impianti RAI a tutti gli effetti e come tali  sono stati adeguati. Trentadue riceveranno, sempre dalla concessionaria pubblica, attraverso apposito finanziamento del Ministero, gli apparati necessari all’adeguamento tecnologico; questo avverrà entro due settimane. Il restante sarà convertito attraverso stanziamenti ad hoc della Regione. A tal scopo, Uncem, in collaborazione con gli organi regionali competenti, coordina le comunità  montane nelle operazioni burocratiche (autorizzazioni) necessarie nei confronti dell’ispettorato alle comunicazioni di Torino, organo operativo dell’ex-ministero delle comunicazioni. Le nuove autorizzazioni sono necessarie in quanto le trasmissioni analogiche non sono più permesse per legge, e le infrazioni a tale norma sono perseguibili penalmente.

Il sostegno alle emittenti locali

In aggiunta alla PDL sulla comunicazione da tempo all’esame del consiglio, che prevede dotazioni che favoriscono l’innovazione tecnologica dei soggetti operanti sul territorio nel campo dell’editoria, il Piemonte ha utilizzato una parte dei fondi allocati sull’accordo Telecom-Regione per finanziare una gara rivolta anche e principalmente ai broadcaster.

E’ opportuno ricordare che tale accordo, stipulato nel 2006, prevedeva che la Regione investisse 15 milioni di euro, in ragione di 5 all’anno per il triennio 07/09, in bandi o gare che servissero allo sviluppo di servizi atti ad incrementare e incentivare l’uso della banda larga, mentre Telecom con investimenti di uguale entità portava ADSL nel territorio. Trattasi quindi di fondi strettamente vincolati, su cui era chiamato ad esprimersi un apposito comitato guida, non adatti ad una logica di contributo a pioggia.

Il risultato è quindi una gara riguardante il complesso dell’intera filiera. Ricordo, tra le caratteristiche richieste: capacità trasmissiva in digitale terrestre e in banda larga; sviluppo di contenuti su temi di evidente interesse pubblico; capacità di lavorare in network con altri attori del sistema.

Anche nel Lazio sono previsti investimenti, ricavati dai fondi FSE, che riguardano la filiera dell’audiovisivo nel suo complesso, senza provvedimenti ad hoc. Essi riguardano infatti attività che vanno dalla digitalizzazione delle sale cinematografiche fino alla produzione di CD musicali.

In Campania invece, per sostenere gli investimenti tecnologici delle emittenti, la Regione ha previsto uno stanziamento complessivo di circa 10 milioni  di euro, da assegnarsi con fondi europei, in regime di de minimis. 1

Questo stanziamento è ricavato dai fondi FESR, di cui la stessa Regione può vantare una disponibilità complessiva di oltre 6 miliardi e ottocentomila euro (in Piemonte la disponibilità è di circa 1 miliardo).

La Regione potrà finanziare, fino ad un tetto massimo di 200mila euro, la metà dell'investimento necessario per sostituire le apparecchiature analogiche con quelle digitali e rinnovare dunque il proprio processo produttivo.

La comunicazione

Il Ministero ha stanziato per la comunicazione dell’iniziativa circa 3.800.000 euro. Queste risorse, a cui si aggiungono i circa 300.000 euro della Regione, sono stati integralmente devolute alle emittenti locali riunite in consorzio, il quale ha poi provveduto anche alla realizzazione della campagna informativa.

La Regione inoltre, come necessario complemento alle iniziative messe in atto dal consorzio delle TV ha organizzato una serie azioni di contatto diretto con le fasce più deboli della popolazione allo scopo  di rendere più semplice il processo di adeguamento alla nuova tecnologia con interventi, concreti e tangibili,  più vicini alle persone.

In breve da un lato sono state appositamente formate squadre di giovani incaricate di visitare i principali luoghi di aggregazione (Parrocchie, Patronati, Uffici Circoscrizionali e Bocciodromi) e di realizzare adeguati interventi di supporto ed assistenza.

Dall’altro, attraverso la collaborazione con Adiconsum Piemonte (Associazione difesa consumatori e ambiente), ha organizzato (e sono tutt’ora in corso) una serie di incontri sul territorio delle  province interessate dalla transizione. Nel corso di tali incontri, che si tengono presso sedi di associazioni, circoli, parrocchie o centri anziani, vengono fornite informazioni a tutto campo riguardanti il cambiamento tecnologico in atto. Da settembre a oggi sono circa trenta gli incontri già organizzati da Adiconsum sul territorio regionale.

Piemonte orientale

La restante parte della Regione passerà alla nuova tecnologia entro la seconda metà del 2010 insieme alla più vasta area coincidente con le Regioni Lombardia e Veneto. La transizione in due tempi si è resa necessaria per le peculiarità del Piemonte occidentale, definito dai tecnici ministeriali ‘isola radiofrequenziale’. In altre parole è possibile operare nel Piemonte occidentale senza disturbi o anomalie di sorta, cosa non possibile per il Piemonte orientale che dovrà necessariamente essere trattato come un corpus unicum insieme alle altre regioni, Lombardia e Veneto, in ossequio alle leggi della fisica. E’ prudente, data l’estensione di territorio e del volume di popolazione coinvolta, prevedere un possibile aumento della difficoltà. Resta pertanto necessario affrontare con largo anticipo con il Ministero e la RAI il tema della transizione dei territori di montagna del Piemonte Orientale.

Questa informativa è stata consegnata il 22 ottobre 2009 in sede di VI commissione dal Gabinetto della Presidenza.

1 Lo Stato e le altre Amministrazioni pubbliche possono erogare aiuti alle imprese solo nel limite di determinati massimali, fissati in percentuale sugli investimenti, autorizzati espressamente dalla Commissione europea. Fanno eccezione gli aiuti di piccola entità, definiti dalla UE appunto de minimis, che si presume non incidano sulla concorrenza in modo significativo. Nel mese di dicembre 2008 la Commissione Europea, per contrastare la crisi dei mercati ha aggiornato temporaneamente l'importo massimo che può essere percepito a 500.000 euro.